Sorrisi > SOSTENIBILITÀ Marzo 2021

Dove si butta l’olio?

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Quando cuciniamo, apriamo una scatoletta di tonno o i barattoli di sfiziosità sott’olio, siamo per lo più abituati a gettare l’olio rimasto nel lavandino o nel wc. Sapete che, in realtà, non andrebbe assolutamente fatto? Scopriamo perché.

Diciamo la verità: versare l’olio utilizzato per cucinare e friggere, quello cioè definito “esausto”, nel lavandino della cucina o nello scarico del bagno è, per la maggior parte di noi, un’azione naturale. In realtà, però, si tratta di un’abitudine sbagliata e di certo non ecosostenibile!

AUMENTA L’INQUINAMENTO

Perché? L’olio esausto, così come quello dei cibi sottolio, non è biodegradabile e i suoi grassi vegetali possono facilmente otturare i tubi di scarico, incollando a sé altri residui e impedendo all’acqua di scorrere in modo corretto. Dopo la frittura, inoltre, l’olio si ossida e assorbe le sostanze inquinanti che derivano dalla carbonizzazione degli alimenti: dal lavello raggiunge il sistema fognario e, una volta arrivato nelle falde acquifere, può inquinare i terreni e i pozzi dell’acqua potabile.

I DANNI ALL’AMBIENTE

Oltre a intasare i depuratori che purificano l’acqua, se l’olio arriva nei fiumi o nei mari può causare effetti molto dannosi: non essendo biodegradabile, crea sulla superficie una vera e propria patina che impedisce ai raggi solari di filtrare in profondità, provocando così uno squilibrio nell’ecosistema.

DOVE BUTTARLO IN SICUREZZA

Alla luce di tutte queste considerazioni, cosa dobbiamo fare per smaltire l’olio esausto in modo corretto e virtuoso? Senza dubbio, raccoglierlo e portarlo presso le isole ecologiche del proprio Comune; in alternativa, utilizzare i punti di raccolta che spesso si trovano per le strade cittadine o, ancora, approfittare del servizio di raccolta offerto da alcune attività, come benzinai e supermercati.